09 marzo, 2013

Il sentimento del "bello" e del "sublime" in Kant



I Introduzione

Nella Prefazione dell’Antropologia pragmatica, l’antropologia, che Kant chiama di dottrina della conoscenza dell’uomo[1], viene posta come oggetto di studio da due prospettive: fisiologia e pragmatica. L’approccio fisiologico determina quello che la natura fa dell’uomo; l’approccio pragmatico, invece, determina ciò «che l’uomo, come essere libero, fa o può fare di se stesso»[2], e questa visione viene riflessa nella Prima parte del libro, chiamata Didattica antropologica del modo di conoscere l’interno e l’esterno dell’uomo. In questa stessa parte, nel Libro II, Kant introduce il discorso sul bello e sul sublime, l’oggetto di questo lavoro; però, in un’altra opera: Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime[3].
Pubblicata in 1764, l’OSBS appartiene all’elenco di quelle opere chiamate precritiche e ha in comune con l’AP, opera della maturità kantiana – l’ultima in ordine di tempo, 1798 –, lo stile detto, popolare. Popolare per il fatto che sono di più facile intelligibilità[4]. L’altro aspetto che li accomunano è il desiderio di stabilire un modello per esaminare il sentimento, tanto nei suoi propri termini, quanto in quello che riguarda l’opposizione tra filosofia teoretica e pratica[5]. Lo scopo del lavoro è individuare questo modello nell’Opera precritica – fondandolo nel sentimento del bello e del sublime –, e vedere come questo modello viene inserito nell’Antropologia pragmatica, quello che sarà fatto nella Conclusione, a titolo meramente indicativo.

II Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime

L’OSBS conserva la seguente divisione: Capitolo primo – Sui differenti oggetti del sentimento del bello e del sublime –; Capitolo secondo – Sulle qualità del sublime del sublime e del bello nell’uomo in generale –; Capitolo terzo – Sulla distinzione fra il sublime e il bello nel rapporto tra i due sessi –; Capitolo quanto – Sui caratteri nazionali in quanto si fondano sul diverso sentimento del sublime e del bello. All’inizio dell’operetta, nel Primo capitolo, kant identifica le differenze tra gli oggetti del sentimento del bello e del sublime, e, sin dal principio, sottolinea che, quanto scritto, è, soprattutto, frutto dell’osservazione, più di quanto sia, della sua speculazione filosofica[6].
Prima di identificare gli oggetti, radica il fondamento delle diverse sensazioni – piacere e dispiacere –, non tanto nella natura delle cose esteriori che le producano ma, nella soggettività di ogni persona[7]; cioè, la fonda «sull’attitudine connaturale in ogni uomo di riceverne soddisfazione o insoddisfazione»[8]. Il senso latente di questi sentimenti, afferma Kant, è proprio l’inclinazione dell’uomo stesso verso la felicità, la ricerca di soddisfazione del piacere; constatazione motivatrice dell’esistenza dell’operetta. Infatti, ragiona Kant, offrendo all’uomo un intenso piacere, senza maggiori sforzi, questi sentimenti non possono essere considerati come irrilevanti.
«Individui ben pasciuti, per cui l‘autore più geniale è il loro cuoco e le cui dimostrazioni di gusto raffinato si trovano nella loro cantina, proveranno, per una grossolana sconcezza o scherzo triviale, un godimento non diverso da quello di cui va orgogliosa una persona di elevato sentire. Un uomo pigro, che trova piacere nell’ascoltare una lettura ad alta voce perché gli concilia in sonno; […] tutti costoro hanno un sentimento che li rende incline a godere questi piaceri come loro aggrada, senza provar invidia per i piaceri altrui […]»[9].
Tuttavia, conclude: «[…], ma ad essi non rivolgo per ora la mia attenzione»[10]. Tampoco verserà su un altro genere di sentimento: «l’inclinazione che si basa su un’intelligenza di vasto respiro, l’ebbrezza intellettuale di cui era capace un Keplero se […] non avrebbe venduta una delle sue invenzioni neppure per un principato»[11]. L’opera pretende esporre e esaminare esclusivamente le forme di sensibilità di cui sono capaci anche anime più comuni. Questo sentimento di mezzo può essere definito come,
«un sentimento di qualità superiore […] o perché è possibile goderne senza provare sazietà o stanchezza, oppure perché presuppone, per cosi dire, una sensibilità dell’anima che le consente di provare commozioni virtuose; o anche perché denota dei talenti o un’inteletto pregevole […]»[12].
Infine, le due disposizioni – i sentimenti del bello e il sublime – considerati usualmente dal punto di vista estetico, saranno considerate, da lui, anche, dalla portata etico-sociale, sarà un salto, dalla dimensione contemplativa, teoretica, alla dimensione antropologica, pratica, in sintonia con gli antichi greci, che li vedevano come oggetto di soddisfazione e di azione. Secondo Morpurgo-Tagliabue, gli antichi «non lo si cercava nelle cose di natura o di arte, ma negli uomini e nelle loro disposizioni; e anche in questo caso non in disposizioni naturali ma pragmatiche»[13].

A. la distinzione tra bello e sublime

Kant si riferisce sia al bello che al sublime come a due specie di questo stesso sentimento raffinato che l’uomo prova nell’anima, «ambedue provocano nell’animo una deliziosa commozione, ma in modo completamente diverso»[14]. Davanti al bello l’uomo si sente attratto, incantato; davanti al sublime, commosso. Il bello genera sensazioni deliziose, di serenità, liete e aperte al sorriso; il sublime, piacere misto a terrore, cioè: o spavento, o ammirazione o stupore.
Quando prova questi sentimenti, l’uomo reagisce differentemente, a seconda del sentimento che prova. L’uomo in preda al sentimento di sublimità «è serio, a volte, immoto e attonito»[15]; in preda alla bellezza, sereno, presentando «occhi luminosi, con tratti ridenti, e spesso anche, con espansiva allegria»[16]. Tuttavia, il sublime si può presentare in forme diverse: Terrifico, perché si fa accompagnare a sensazioni di terrore e anche di malinconia; Nobile, perché si fa accompagnare a pacata ammirazione; e, Solenne perché si fa accompagnare a bellezza che si irradia con intensità sublime[17].
Mentre il sublime commuove, il bello attrae; mentre il sublime deve essere grande, semplice, il bello può essere piccolo, adornato e abbellito[18]. Con l’esempio che segue, Kant dà un’immagine plastica:
«La vista di una piramide egiziana commuove, come riferisce Hasselquist, molto più di quanto possiamo figurarci attraverso tutte le descrizioni, ma la struttura è semplice e nobile. La Basilica di San Pietro a Roma è fastosa, perché su questa pianta architettonica, grande e semplice, è profusa tanta bellezza di ornamenti, come ori, mosaici ecc. da destare una grandiosa sensazione di sublime, derivante della suntuosità dell’opera. Un arsenale deve essere nobile e semplice, un castello di residenza sfarzoso, una palazzina bella è aggraziata»[19].
L’inteletto è sublime, come sublime è anche l’austera veridicità, la generosa abnegazione, l’amicizia, la tragedia con la sua nobile tristezza e la sua malinconia. Il bello, invece, è ingenioso come è bella è l’astuzia, l’amabile cortesia, come è bello l’eros e la commedia, con i suoi intrighi e i lieti scioglimenti[20].
Il sentimento del bello e del sublime, a causa delle sue caratteristiche, hanno un’estensione in quello che si riferisce alla nostra percezione della temporalità. Cosi,
«una durata indeterminata è sublime. Se essa appartiene al passato è nobile; se essa è vista nella prospettiva di un incalcolabile futuro, ha in se qualcosa di spaventoso. Un edificio è reso venerabile dalla sua remota antichità. La descrizione di Haller della eternità futura ci inspira un quieto orrore, quella della eternità passata un’attonita meraviglia»[21].
Kant attribuisce al sublime l’intelligenza, l’ardimento, la sincerità, lo zelo disinteressato; e al bello lo spirito arguto, la sottigliezza, il gusto dello scherzo e la cortesia[22]; ma, in verità, tutte queste distinzione servono solo di premessa, a modo di definizione, per i capitoli successivi, che versano sulle qualità del sublime e del bello nell’uomo in generale – Capitolo secondo, di carattere dimostrativo –; sulla distinzione fra il sublime e il bello nel rapporto tra i due sessi – Capitolo terzo, di conferme o deviazioni – e, sui caratteri nazionali in quanto si fondano sul diverso sentimento del sublime e del bello – Capitolo quarto, di corollari.

B. la distinzione fra il sublime e il bello nel rapporto tra i due sessi

Nel capitolo terzo, Kant cerca di fare la distinzione fra bello e sublime in rapporto tra i due sessi. Anche qui si può intravedere la pragmática. Pur non escludendo, contrassegna la bellezza al genere femminile e la sublimità al maschile[23]. Nelle donne, i pregi di uomo congiungono per esaltare al massimo il bello (e, viceversa in quello che riguarda all’uomo)[24].
Riguardo all’intelligenza, quella femminile è bella, quella maschile, in tutto che riguarda alla sua caratterizzazione, «deve essere» profonda[25]; è dà le sue ragioni: «L’intelligenza bella sceglie come proprio oggetto tutto quello che è strettamente legato ad un sentire delicato e lascia le speculazioni astratte o le nozioni utili ma aride, ad un’intelligenza attenta, solida, profonda»[26]. In questo senso, prosegue: «La virtù della donna è bella, dell’uomo, deve essere nobile»[27].
Riconoscendo le devianze nell’assumere il suo proprio in tutto il relazionato al rapporto sesso/sentimenti, Kant finisce con un giudizio:
«La cosa più importante è che l’uomo diventi più perfetto come uomo e la donna come donna: ciò significa che la forza di attrazione tra i sessi deve operare in conformità agli avvertimenti della natura e nobilitare ancor più l’uno e abbellire ancor più le qualità dell’altra»[28].

C. la distinzione tra le nazioni secondo il diverso sentimento del bello e del sublime

Nel quarto capitolo, conclusivo, si vede il risultato: la deduzione di quanto detto nei capitoli precedenti. Partendo dall’osservazione, Kant elabora la seguente divisione delle nazioni in quello che riguarda il rapporto trai il bello e il sublime: il carattere nazionale degli italiani e dei francesi tendono verso il bello; mentre quelli dei tedeschi, spagnoli e inglesi tendono al sublime[29]. La divisione dei caratteri nazionali viene confermata dal genio proprio di ogni nazione: l’italiana, dove si è sviluppata meglio la musica, la pittura, l’architettura e la scultura; la nazione francese è analoga a quella italiana, con la differenza di che è meno commovente. Della nazione inglese, dice lui, si deve sottolineare l’inclinazione al pensiero profondo, alla tragedia e all’epica; la nazione tedesca, a cui viene attribuita il genio della nobiltà e quella olandese, dove risalta il gusto per un ordine metticuloso e per la minuta graziosità[30].

D. le qualità del bello e sublime nell’uomo in generale

Dal secondo capitolo in poi, si vede delineare i tratti di un’antropologia, se cosi possiamo chiamare, morale, fondata sull’osservazione fenomenologica – o, ancora meglio, sui temperamenti umorali –, alle volte, molto descrittiva. Il richiamo agli umori servono, qui, a dare una sorta di classificazione in base agli effetti osservati. Ugualmente, nel Quarto capitolo – sui caratteri nazionali in quanto si fondano sul diverso sentimento del sublime e del bello – Kant aggiunge una nota e afferma che
«la mia intenzione non è certo quella di ritirare minuziosamente i caratteri delle nazioni, ma di abbozzare soltanto alcuni tratti che in essi esprimono il sentimento del sublime e del bello. Si può facilmente arguire che da un disegno siffatto ci si possa aspettare solo una passabile esattezza, dato che i tipi esemplari proposti risaltano soltanto considerando complessivamente e in termini generali anche coloro che aspirano ad un più fine sentire e che questo non manca ai caratteri di nessuna nazione che vogliano unire le più eccellenti qualità di questo tipo. […] Se queste differenze nazionali siano accidentali o dipendano dalle epoche o dalle forme di governo o siano necessariamente condizionate dal clima, non sto qui ad indagare»[31].
Kant classifica i temperamenti in quattro gruppi: sanguigno, melanconico, collerico e flemmatico. Il temperamento sanguigno è incline al bello sia in quanto è sensibile a scelte piacevoli sia in quanto produttore di effetti piacevoli; però, è più indulgente che giusto, più disposto a transigere, istintivo[32]; e, il suo opposto è il temperamento melanconico, in cui sentimento dominante è l’apprezzamento costante per ciò che gli appare elevato; ed, elevato ai suoi occhi non è l’individuo ma l’umanità, e, per questo, Kant afferma che, «la virtù autentica, secondo principi, ha dunque in sé qualcosa che sembra accordarsi al massimo grado con un temperamento melanconico, anche se in forma raddolcita»[33]. Raddolcita perché le persone di questo temperamento, severe con sé stesse e con gli altri, possono cadere «nell’ostinazione e nel fanatismo: per giustizia può diventare giustiziere, farsi vendicativo, o il suo rigore voltarsi in stravaganza»[34].
Da parte sua, il temperamento collerico agisce in prevalenza per principi – come il melanconico –, ma i suoi principi sono quelli particolari: «sono le massime sociali dell’onore, non le leggi umane della virtù […] possiede un certo senso dell’elevazione, ma solo quello della magnificenza, della pompa, della apparenza»[35]. Già il flemmatico non viene approfondito da Kant, perché ritiene ininfluente nei riguardi del bello e del sublime, cioè «siccome nella mistura che forma il temperamento flemmatico sono piuttosto esigui gli ingredienti del sublime o del bello, questa qualità dell’animo non rientra nel nostro campo di osservazione»[36].

III – Conclusione

Come appena visto, nell’OSBS, Kant offre un’analisi empiricamente orientata del sentimento attraverso alcune riflessioni su esempi organizzati in funzione del bello e del sublime. La propensione antropologica di questo testo viene ampliata nell’AP, in particolare nel Libro secondo – Del sentimento del piacere e dello dispiacere –, il quale fa di transizione dal Libro primo – Della facoltà di conoscere –, al Libro terzo – Dalla facoltà di desiderare, dove kant caratterizza il sentimento in termine di una transizione tra la filosofia teoretica e pratica, usando il quadro dei temperamenti come intermediario di una prospettiva etica.
Può essere detto che la sua antropologia, in OSBS, è significativa perché introduce a un profilo di comportamento morale, che avrà un orientamento più chiaro nell’AP, quando Kant chiarirà che il gusto ideale ha una tendenza a promuovere dal lato esteriore la moralità, «perché sbocca nella partecipazione del proprio sentimento di piacere o di dispiacere agli altri»[37].

IV – Bibliografia

E. Kant, Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime, introduzione di Guido Morpurgo-tagliabue, RCS, Milano, 20067.
_______, Antropologia pragmatica, traduzione di Giovanni Vidari, Laterza, Roma-Bari, 20065.
_______, Enciclopedia filosofica, RCS-Bompiani, Milano, 2003.
C. Caygill, Dicionário Kant, Zahar, Rio de Janeiro, 2000.



[1] Cf. E. Kant, Antropologia pragmatica, traduzione di Giovanni Vidari, Laterza, Roma-Bari, 20065, 3.
[2] Ibid.
[3] E. Kant, Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime, introduzione di Guido Morpurgo-tagliabue, RCS, Milano, 20067.
[4] Cf. G. Morpurgo-Tagliabue in, OSBS, 5-7; G. Vidari in, AP, V-VI.
[5] Cf. C. Caygill, «sentimento», Dicionário Kant, Zahar, Rio de Janeiro, 2000, 288.
[6] Cf. OSBS, 79.
[7] «Nel Settecento due concezioni si contendevano il campo, prevalendo poi nel corso del secolo l’una sull’altra. La prima è quella di origine razionalistica platônica [...]. [In questa] Il bello è una dote oggettiva del creato colta dalla nostra ragione. La seconda concezione è quella soggettiva ed empiristica delle sensazioni e dei sentimenti [...]; è la nozione del bello come piacevole, come inclinazione e soddisfazione edonistica, seduzione dei sensi, vitalità, festa, gaiezza, voluptas, capriccio [...]. Kant, che era partito, sotto l’influenza wolffiana, dalla prima concezione, in seguito, negli anni ’60, conosciuti gli autori inglesi, virò decisamente verso la seconda» (G. Morpurgo-Tagliabue in, OSBS, 13-15).
[8] OSBS, 79.
[9] OSBS, 79-80.
[10] OSBS, 80.
[11] Ibid..
[12] Ibid.
[13] G. Morpurgo-Tagliabue, in, OSBS, 10.
[14] OSBS, 80.
[15] OSBS, 81.
[16] Ibid.
[17] Cf. OSBS, 81.
[18] Cf. OSBS, 80-83.
[19] OSBS, 82-83.
[20] Cf. G. Morpurgo-Tagliabue, in, OSBS, 28-29.
[21] OSBS, 83.
[22] Cf. OSBS, 83.
[23] Cf. OSBS, 105.
[24] Ibid.
[25] Cf. OSBS, 106.
[26] OSBS, 107.
[27] OSBS, 109.
[28] OSBS, 122.
[29] Cf. OSBS, 123.
[30] Cf. OSBS, 124-125. Ugualmente, Kant identifica i caratteri spirituali delle nazioni partendo dalle loro disposizioni morali. Cosi, allo spagnolo (duro, riservato, leale, orgoglioso e spietato), italiano (ha un senso del bello più forte di quanto lo abbiano gli spagnoli e più senso dei francesi), francesi (predomina il sentimento della bellezza morale, affabile, gentile, piacevole, spiritoso), inglesi (inizialmente sembra freddo e indifferente, poco incline a amicizie, ma, in amicizia, sono persone date a fare grandi favori), tedeschi (mescolano sublime e bello, sono più simili agli inglesi che ai francesi), olandesi (ordinato e diligente, poco sensibile, si preoccupano soprattutto con l’utile). Finalmente, Kant analiza i caratteri nazionali in quanto al senso dell’onore, della religiosità, all’amore. Cf. OSBS, 125-129.
[31] OSBS, 123. Nell’Enciclopedia filosofica, Kant ribadisce la validità dell’analogia dei tratti peculiari: «è vero che sono in grado di effettuare osservazioni soltanto su me stesso, ma grazie all’analogia dei tratti peculiari (e) alle consonanze, posso estendere ad altri. Gli oggetti esterni posso conoscerli attraverso i dati fenomenici, altri uomini invece soltanto per mezzo dell’analogia con me stesso» (E. Kant, «psicologia empirica», Enciclopedia filosofica, RCS, Milano, 2003, 195).
[32] Cf. OSBS, 97-98.
[33] OSBS, 94.
[34] G. Morpurgo-Tagliabue, in, OSBS, 32.
[35] Ibid.
[36] OSBS, 100.
[37] Cf. AP, 133.

2 commenti:

  1. I've been browsing on-line greater than 3 hours lately, yet
    I by no means found any fascinating article like yours.
    It is beautiful price enough ffor me. In myy opinion, if all
    webmasters and bloggers made excellent content material as you probably did, the
    web might be much more useful than ever before.

    RispondiElimina
  2. This website really has all of the information I needed about thjs subject and didn't know who to ask.

    RispondiElimina