l’episodio
L’eccesso di acqua nel fiume San
Francesco[1]
esiste sporadicamente. Tutti i documenti esistenti fanno riferimento ad un
svuotamento minimo garantito dal fiume. Il concetto di questo svuotamento
minimo garantito è il seguente: senza qualche diga, nell’ottobre 1955, il fiume
san Francesco ha registrato il minore svuotamento mai letto in
Juazeiro/Petrolina: 595 m3/s.
Con la costruzione delle centrali idroelettriche di Tre Marie e di Sobradinho, è
possibile garantire che, occorrendo una siccità simile a quella degli anni 50,
e, riproducendo uno svuotamento somigliante a quella di quegli anni, Sobradinho
libererà, al meno, 2.060 m3/s
per poter alimentare le centrali esistenti sul fiume (Itaparica, Moxoto, Paulo
Afonso I, II, III, IV e Xingó). Negli anni di piena del fiume, la media è molto
maggiore (come ha successo negli anni 1945, 1949, 1979), con una media di 4.500
m3/s. anche negli anni
normali, si è sempre verificata uno svuotamento superiore a 2. 060 m3/s.
Però, le piene del fiume non sono mais del tutto conosciute. La centrale
idroelettrica di Sobradinho, fatta per controllare le piene del fiume, ogni
tanto riceve un volume superiore a quello che è capace di fare svuotare. Dato
che ci sono dei periodi di piena, e che c’è questo limite della centrale di
Sobradinho[2], sono
apparsi dei progetti per lo sfruttamento dell’eccesso d’acqua[3]; uno di questi è la trasposizione delle acque ai
bacini di altri fiumi intermittenti e che non godono di perennità negli stati
del Ceará, Rio Grande do Norte e Paraíba,
zone che subiscono spesso, siccità. Lo scopo della
trasposizione è quello di promuovere l’irrigazione, che oggi è responsabile di
appena 5% delle acque svuotate dal fiume.
Ragioni apparenti di chi è a favore
alla trasposizione
L’argomento che i difensori della
trasposizione usano, e che credono che sia il più forte è, che l’acqua è un
bene per tutti e che tutti possono usufruire delle acque del fiume San
Francesco. Anzi, una volta che gli stati beneficiati sono quegli che subiscono
di più la siccità, il progetto diventa un obbligo.
Il governo brasiliano si è schierato
verso la posizione favorevole alla trasposizione e afferma che l’integrazione
del San Francesco è “L’unica opera
viabile, economica e geograficamente per garantire la sicurezza idrica della
popolazione del ‘semi-árido”[4]; che
le forme alternative non risolverebbero il problema del sottosviluppo della
regione nordeste; infine, che l’obiettivo principale del progetto è
salvaguardare la popolazione del semi-árido dalla siccità, migliorando le
condizioni di vita di circa 12 milioni di brasiliani. Ma, è stato ribadito dal
governo: “Non si tratta soltanto da bere,
ma di acqua per mantenere le attività industriale, commerciale e agricola”[5].
Ragioni apparenti di chi è contro
Fatta la trasposizione lo svuotamento
massimo cadrebbe e, la perdita, comporterebbe, all’inizio del progetto, una
riduzione annuale di generazione energetica del ordine di 1.250.000 Mwh (US$ 32
milioni); nella fase finale, 6.400.000 Mwh (US$ 160 milioni). Affermano che, lo
stesso progetto richiede un alto consumo di energia elettrica, che fa del
progetto ancora più inviabile perché, prendendo in considerazione che il fiume
corrisponde con 90% del potenziale idroelettrico del inventariato nel nordeste,
si troverebbe davanti ad una crisi energetica.
Accusano che l’impatto ambientale
sarebbe grande, senza parlare in quello culturale, scatenato dalla speculazione
fondiaria, favorendo ai ricchi e non ai poveri.
ragioni profonde
Tale come si incontra oggi, il fiume
non può permettere una multiple esplorazione delle sue potenzialità. D’altra
parte, la siccità reclama molta attenzione già che, genera non soltanto esodo
rurale ma, anche, la morte in una delle regioni più povere dal Brasile. Il
fiume ha i suoi bisogni e sembra che nessuno pensa a lui. La popolazione del
semi-árido anche. La regione reclama investimenti che generino uno sviluppo
sostenibile e la potenzialità energetica del fiume non può essere trascurata.
Emergono le ragioni profonde.
La soluzione per il semi-árido, e
delle popolazioni povere non si trovano nelle opere faraoniche, ma, nella
moltiplicazione delle piccole opere, beneficando i piccolo contadini;
eliminando la tentazione dei megaprogetto di beneficiare i grandi gruppi
economici a spese della pubblica amministrazione.
La vera questione è se il progetto
porterebbe dei benefici alla popolazione che veramente patisce con la siccità o
se, l’investimento miliardario del governo fomenterà, ancora di più la
concentrazione di reddito nel Brasile. Il progetto non è impossibile, e in
questo tutti sono d’accordo, ma, in questo momento, sarebbe la priorità? O, in
questo momento, anno di elezioni, starebbe prevalendo gli interessi politici?
la
soluzione
Tale come si incontra oggi, il fiume
non può permettere una multiple esplorazione delle sue potenzialità. D’altra
parte, la siccità reclama molta attenzione già che, genera non soltanto esodo
rurale ma, anche, la morte in una delle regioni più povere dal Brasile. Il
fiume ha i suoi bisogni e sembra che nessuno pensa a lui. La popolazione del
semi-árido anche. La regione reclama investimenti che generino uno sviluppo
sostenibile e la potenzialità energetica del fiume non può essere trascurata.
Emergono le ragioni profonde.
1. Il fiume ha bisogno di, prima di qualsiasi altra
iniziativa che voglia contare su di lui, di essere revitalizado. Bisogna combattere l’erosione e il deforestamento nel
suo corso. Questo è l’aspetto più importanti, che farebbe scatenare una
soluzione al conflitto.
2. Il potenziale energetico del fiume è il
dispensabile attualmente. Se potrebbe mettere in pratica un progetto
alternativo di generazione di energia solare, per esempio, che in un futuro, a
causa della non esclusiva dipendenza dalle fonti idroelettriche, si potrebbe
ripensare la trasposizione.
3. Pensando alla preoccupazione del governo con lo
sviluppo del semi-arido, si potrebbe incentivare l’uso delle acque del fiume
per il trasporto fluviale di mercanzie, la pesca, il turismo.
4. Si potrebbe portare avanti dei progetti
alternativi costruzione di pozzi, la de-salenizzazione del acqua del mare o,
l’utilizzazione delle acque sotterrane, abbondanti nella regione.
Una volta aumentata lo svuotamento del
fiume, servirebbe una politica per gestire l’uso del acqua, impedendo l’uso
sfrenato di una e dell’altra parte; permettendo, nei tempi di piena e di
siccità, di dividere, equazionando il deficit o il superaficit idrico. Un
esempio: se, quest’anno, lo svuotamento disponibile è di 100 m3/s: generazione di energia c %, irrigazione dal
bacino l %, quota per la trasposizione a %, uso “X”, u %, e cosi via. Cosi, si
può dire che tutti hanno diritto all’acqua, riconoscendo che è un bene per
tutti, ma che è un bene scarso.
[1] Il fiume San Francesco, dalle sue sorgenti, nello
stato di Minas Gerais, fino a quando scarica le sue acque nell’oceano
Atlantico, percorre un totale di 2.660 chilometri,
il suo svuotamento medio, nel periodo 1929-1970 in Juazeiro/Petrolina
(città al margine del fiume. Juazeiro, Bahia; Petrolina, Pernambuco) è di 2.776
m3/s, il suo bacino è di 641.000 Km2, e include aree di
sei stati brasiliani (Goias, Minas Gerais, Bahia, Pernambuco, Alagoas e
Sergipe).
ANNO
|
Svuotamento massimo entrando nel
deposito (m³/s)
|
Svuotamento massimo liberato (m³/s)
|
1979
1980
|
18.000
13.500
|
13.000
8.000
|
(http://www.fundaj.gov.br/docs/tropico/desat/js140699.html).
[3] “Negli ultimi venti anni, tre processi di
trasposizione furono sviluppati in campo tecnico e politico. Il primo, fra il
1982 e 1985, e il secondo, fra 1993 e 1994, hanno avuto una chiara predominanza
politica, con chiari interessi politici, senza un buon fondamento técnico. Nel
1996, un terzo processo fu iniziato e segue tuttavia in corso [...]”
(http://www.fundaj.gov.br/docs/tropico/desat/js140699.html).
[5] “Il progetto del governo prevede una spesa di R$ 4,5 miliardi. Lo scopo è
sviare 3,5% dello svuotamento disponibile (63,5 m3/s) ai due canali
che saranno costruiti. L’asse nord sarà composto di 402 km di canali
artificiali, 4 stazioni de bombardamenti, 22 acquedotti e sei tunnel. Si
prevede ancora, la costruzione di 2 centrali idroelettriche, con 52 Mw di
capacità. L’asse est avrà 220
km, con 5 stazioni, 5 acquedotti, 2 tunnel e 9 depositi” (http://www.comciencia.br/reportagens/2005/02/02.shtml#).
Nessun commento:
Posta un commento