02 marzo, 2013

conflitti nell’uso delle acque del fiume san francesco, in Brasile



l’episodio
L’eccesso di acqua nel fiume San Francesco[1] esiste sporadicamente. Tutti i documenti esistenti fanno riferimento ad un svuotamento minimo garantito dal fiume. Il concetto di questo svuotamento minimo garantito è il seguente: senza qualche diga, nell’ottobre 1955, il fiume san Francesco ha registrato il minore svuotamento mai letto in Juazeiro/Petrolina: 595 m3/s. Con la costruzione delle centrali idroelettriche di Tre Marie e di Sobradinho, è possibile garantire che, occorrendo una siccità simile a quella degli anni 50, e, riproducendo uno svuotamento somigliante a quella di quegli anni, Sobradinho libererà, al meno, 2.060 m3/s per poter alimentare le centrali esistenti sul fiume (Itaparica, Moxoto, Paulo Afonso I, II, III, IV e Xingó). Negli anni di piena del fiume, la media è molto maggiore (come ha successo negli anni 1945, 1949, 1979), con una media di 4.500 m3/s. anche negli anni normali, si è sempre verificata uno svuotamento superiore a 2. 060 m3/s. Però, le piene del fiume non sono mais del tutto conosciute. La centrale idroelettrica di Sobradinho, fatta per controllare le piene del fiume, ogni tanto riceve un volume superiore a quello che è capace di fare svuotare. Dato che ci sono dei periodi di piena, e che c’è questo limite della centrale di Sobradinho[2], sono apparsi dei progetti per lo sfruttamento dell’eccesso d’acqua[3]; uno di questi è la trasposizione delle acque ai bacini di altri fiumi intermittenti e che non godono di perennità negli stati del Ceará, Rio Grande do Norte e Paraíba, zone che subiscono spesso, siccità. Lo scopo della trasposizione è quello di promuovere l’irrigazione, che oggi è responsabile di appena 5% delle acque svuotate dal fiume.

Ragioni apparenti di chi è a favore alla trasposizione
L’argomento che i difensori della trasposizione usano, e che credono che sia il più forte è, che l’acqua è un bene per tutti e che tutti possono usufruire delle acque del fiume San Francesco. Anzi, una volta che gli stati beneficiati sono quegli che subiscono di più la siccità, il progetto diventa un obbligo.
Il governo brasiliano si è schierato verso la posizione favorevole alla trasposizione e afferma che l’integrazione del San Francesco è “L’unica opera viabile, economica e geograficamente per garantire la sicurezza idrica della popolazione del ‘semi-árido[4]; che le forme alternative non risolverebbero il problema del sottosviluppo della regione nordeste; infine, che l’obiettivo principale del progetto è salvaguardare la popolazione del semi-árido dalla siccità, migliorando le condizioni di vita di circa 12 milioni di brasiliani. Ma, è stato ribadito dal governo: “Non si tratta soltanto da bere, ma di acqua per mantenere le attività industriale, commerciale e agricola[5].
Ragioni apparenti di chi è contro
Fatta la trasposizione lo svuotamento massimo cadrebbe e, la perdita, comporterebbe, all’inizio del progetto, una riduzione annuale di generazione energetica del ordine di 1.250.000 Mwh (US$ 32 milioni); nella fase finale, 6.400.000 Mwh (US$ 160 milioni). Affermano che, lo stesso progetto richiede un alto consumo di energia elettrica, che fa del progetto ancora più inviabile perché, prendendo in considerazione che il fiume corrisponde con 90% del potenziale idroelettrico del inventariato nel nordeste, si troverebbe davanti ad una crisi energetica.
Accusano che l’impatto ambientale sarebbe grande, senza parlare in quello culturale, scatenato dalla speculazione fondiaria, favorendo ai ricchi e non ai poveri.

ragioni profonde
Tale come si incontra oggi, il fiume non può permettere una multiple esplorazione delle sue potenzialità. D’altra parte, la siccità reclama molta attenzione già che, genera non soltanto esodo rurale ma, anche, la morte in una delle regioni più povere dal Brasile. Il fiume ha i suoi bisogni e sembra che nessuno pensa a lui. La popolazione del semi-árido anche. La regione reclama investimenti che generino uno sviluppo sostenibile e la potenzialità energetica del fiume non può essere trascurata. Emergono le ragioni profonde.
La soluzione per il semi-árido, e delle popolazioni povere non si trovano nelle opere faraoniche, ma, nella moltiplicazione delle piccole opere, beneficando i piccolo contadini; eliminando la tentazione dei megaprogetto di beneficiare i grandi gruppi economici a spese della pubblica amministrazione.
La vera questione è se il progetto porterebbe dei benefici alla popolazione che veramente patisce con la siccità o se, l’investimento miliardario del governo fomenterà, ancora di più la concentrazione di reddito nel Brasile. Il progetto non è impossibile, e in questo tutti sono d’accordo, ma, in questo momento, sarebbe la priorità? O, in questo momento, anno di elezioni, starebbe prevalendo gli interessi politici?


la soluzione
Tale come si incontra oggi, il fiume non può permettere una multiple esplorazione delle sue potenzialità. D’altra parte, la siccità reclama molta attenzione già che, genera non soltanto esodo rurale ma, anche, la morte in una delle regioni più povere dal Brasile. Il fiume ha i suoi bisogni e sembra che nessuno pensa a lui. La popolazione del semi-árido anche. La regione reclama investimenti che generino uno sviluppo sostenibile e la potenzialità energetica del fiume non può essere trascurata. Emergono le ragioni profonde.
1.      Il fiume ha bisogno di, prima di qualsiasi altra iniziativa che voglia contare su di lui, di essere revitalizado. Bisogna combattere l’erosione e il deforestamento nel suo corso. Questo è l’aspetto più importanti, che farebbe scatenare una soluzione al conflitto.
2.      Il potenziale energetico del fiume è il dispensabile attualmente. Se potrebbe mettere in pratica un progetto alternativo di generazione di energia solare, per esempio, che in un futuro, a causa della non esclusiva dipendenza dalle fonti idroelettriche, si potrebbe ripensare la trasposizione.
3.      Pensando alla preoccupazione del governo con lo sviluppo del semi-arido, si potrebbe incentivare l’uso delle acque del fiume per il trasporto fluviale di mercanzie, la pesca, il turismo.
4.      Si potrebbe portare avanti dei progetti alternativi costruzione di pozzi, la de-salenizzazione del acqua del mare o, l’utilizzazione delle acque sotterrane, abbondanti nella regione.
Una volta aumentata lo svuotamento del fiume, servirebbe una politica per gestire l’uso del acqua, impedendo l’uso sfrenato di una e dell’altra parte; permettendo, nei tempi di piena e di siccità, di dividere, equazionando il deficit o il superaficit idrico. Un esempio: se, quest’anno, lo svuotamento disponibile è di 100 m3/s: generazione di energia c %, irrigazione dal bacino l %, quota per la trasposizione a %, uso “X”, u %, e cosi via. Cosi, si può dire che tutti hanno diritto all’acqua, riconoscendo che è un bene per tutti, ma che è un bene scarso.



[1] Il fiume San Francesco, dalle sue sorgenti, nello stato di Minas Gerais, fino a quando scarica le sue acque nell’oceano Atlantico, percorre un totale di 2.660 chilometri, il suo svuotamento medio, nel periodo 1929-1970 in Juazeiro/Petrolina (città al margine del fiume. Juazeiro, Bahia; Petrolina, Pernambuco) è di 2.776 m3/s, il suo bacino è di 641.000 Km2, e include aree di sei stati brasiliani (Goias, Minas Gerais, Bahia, Pernambuco, Alagoas e Sergipe).
[2]
ANNO
Svuotamento massimo entrando nel deposito (m³/s)
Svuotamento massimo liberato (m³/s)
1979
1980
18.000
13.500
13.000
8.000
(http://www.fundaj.gov.br/docs/tropico/desat/js140699.html).
[3] “Negli ultimi venti anni, tre processi di trasposizione furono sviluppati in campo tecnico e politico. Il primo, fra il 1982 e 1985, e il secondo, fra 1993 e 1994, hanno avuto una chiara predominanza politica, con chiari interessi politici, senza un buon fondamento técnico. Nel 1996, un terzo processo fu iniziato e segue tuttavia in corso [...]”
(http://www.fundaj.gov.br/docs/tropico/desat/js140699.html).
[4] http://www.comciencia.br/reportagens/2005/02/02.shtml#.
[5]Il progetto del governo prevede  una spesa di R$ 4,5 miliardi. Lo scopo è sviare 3,5% dello svuotamento disponibile (63,5 m3/s) ai due canali che saranno costruiti. L’asse nord sarà composto di 402 km di canali artificiali, 4 stazioni de bombardamenti, 22 acquedotti e sei tunnel. Si prevede ancora, la costruzione di 2 centrali idroelettriche, con 52 Mw di capacità. L’asse est avrà 220 km, con 5 stazioni, 5 acquedotti, 2 tunnel e 9 depositi” (http://www.comciencia.br/reportagens/2005/02/02.shtml#).

Nessun commento:

Posta un commento