Andiamo
ai fatti: qualche tempo fa ho trovato un confratello, un chierico brasiliano, a
Roma. Non potuto nascondere la mia perplessità davanti a quel mio amico, sempre
precisino nel modo di vestirsi, con i suoi capelli sacrosantantamenti spaccati
da una parte, come i miei amici dell’Opus.
Ebbene, mio amico si presenta nella Città Eterna non un pullover,…bucato. Ho provato
a far finta di niente anche perché non è che bado tanto a certe cose. Ma,
vedere quel mio amico cosi meticoloso nel vestirsi presentandosi in quel modo,
mi ha veramente lasciato in stadio confusionale. Alla fine, fu più forte di me;
ho detto: fratè, ma dai, questi sono
modi di andare in giro per Roma? Ma, il colpo di scena fu la risposta del mio
interlocutore: lasciami stare! Non sai che viviamo in tempi di Francesco?
(intendeva dir, Papa Francesco).
Sono rimasto veramente male! Pensai: e se per
disgrazia ci capitasse un nuovo Pacelli – intendiamoci, nel modo di vestirsi –,
o un Borgia? Allora, l’occasione fa l’uomo ladro?
Allora, amici miei, non sono giudici dei miei amici, ma sono un’amante dell’autenticità. Non penso proprio che l’uomo sia frutto del suo mezzo – anche se la tentazione è grande! –, e molto meno che l’occasione possa far dell’uomo, un ladro. Infatti, sono di quelli che pensano come Aristotele che affermava che l’occasione non fa dell’uomo un ladro, ma offre l’opportunità per far emergere ciò che veramente l’uomo ha dentro di se. Montarsi la testa, non è altro che pensare che l’occasione sia opportuna, sia favorevole per rivelare ciò che da molto tempo andava nascosto dentro di se; e, penso che sia anche per questo che Goya affermava che la fantasía abandonada de la razón produce monstruos imposibles: unida con ella es madre de las artes y origen de las maravillas (F.J. de Goya y Lucientes, manoscritto conservato al museo del Prado em, E. Helman, Transmundo de Goya, Madrid, Alianza Editorial, 1983).
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