22 gennaio, 2015

Malinconia italica ( testo descrittivo)

   "Se a gente lembra só por lembrar/O amor que a gente um dia perdeu/Saudade inté que assim é bom/Pro cabra se convencer/Que é feliz sem saber/Pois não sofreu./Porém se a gente vive a sonhar/Com alguém que se deseja rever/Saudade, entonce, aí é ruim/Eu tiro isso por mim/Que vivo doido a sofrer./Ai quem me dera voltar/Pros braços do meu xodó/Saudade assim faz roer/E amarga qui nem jiló/Mas ninguém pode dizer/Que me viu triste a chorar/Saudade, o meu remédio é cantar." (L. Gonzaga/ H. Teixeira, Que nem Jiló, 1950).
    
     È la pura verità: "sono stato in viaggio, da turista, in una regione alla quale ho voluto chiamare di 'Spiaggia dei sogni', perché quello era un locale paradisiaco". Tanto è vero che, mentre tracciò queste righe, ancora la sto realizzando.
     Lontano di mia terra natia, staccato come  un neonato dopo la rottura del suo cordone ombelicale, sono arrivato a questa spiaggia. Appena ho calpestato la scricchiolante saggia, cominciai ad incrociarmi con tutto ciò che cercavo: "l'amico che ho persino lungo il 'camion di mia vita' e che non sono più riuscito a rintracciare - neanche con l'uso dei motori di ricerca quale il 'Google' o con il 'Facebook' -; il babbo che avevo perso e che non sono stato in grado neanche di consegnar.o alla terra perché mi trovavo in un altro esilio,... Mia madre già deceduta? Non ho potuto trovarla perché mi sembra che già risedesse in un'altra spiaggia; tanto bella quanto lo era lei: la Spiaggia del Cielo.
     Seduto sulla riva di quella Spiaggia, costantemente leccato dalle cristalline onde, ho salutato con un "ciao" ai miei umani amori che mi corrispondevanougualmente mentre le loro barche andavamo mare addentro: mio nostalgico cuore diceva: "ci vediamo, a presto!", le mie mani salutavano in forma di "addio" mentre che, mia voce, soffocata dentro me, provava, sussurrando, "a presto non!, neanche "addio", "resti ancora un po' qui con me. Resta qui!".
     Immagine bella, bellissima, mio guerriero "quasi angelico", con le sue quattro zampe, con un sorriso più che umano, veramente angelico, correva di qua è di la, come che volendo guidarmi per quella strada poco gradita a me. Con lo sguardo ho potuto dirgli "grazie Pise Airon' per avermi difeso e fatto compagnia quando più ho avuto bisogno. Se non ti fosse presentato in questo modo, ti vari detto: "sentimento umano quel tuo, dar la vita per me. Non vedo l'ora - pur non avendo fretta- di correre con te in questo meraviglioso giardino. Grazie per le tue cristiane preghiere. Bacio, 'recchio'!".
     "Todo lo que es bueno dura poquito"mi insegno un amico dei 'llanos' venezuelano. E, purtroppo era vero. Era arrivata mia ora. Il verde-smeraldo del mare mi scongiurava: "relax! Rilassati! Sai bene che potrai ritornare sempre qui! Ritornare qui quando ti andrà di venire; vedere, guardare e, magari anche accarezzare, stringere questi tuoi affetti persi, i tuoi enti mortalmente tagliati".
     Respirando in ritmo accelerato, seguendo il compasso cardiaco, ho potuto ascoltare ancora una ultima sentenza: "ti rassegni perché oggi in questa spiaggia in cui sei turista, visitante; qui, in questa stessa spiaggia, sei, molto spesso, visitato" Me ne andrai proprio così: malinconico ricercando consolo, abbandonandomi " in manus Tuas".

Ps. Questo fu il testo redatto nell'esame per il riconoscimento degli studi teologici realizzati in Italia è conclusi nell'anno 2003, a Roma. Locale di realizzazione,  la città di Fortaleza, estado di Ceará, nel di' 20 di febbraio di 2015, nella Facoltà Católica di Fortaleza. Voto:7,5.